
[vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo aver letto con avidità l'interessante articolo di Rudy Bandiera dal titolo "Vale ancora la pena aprire un blog", pubblicato l'altro ieri sul suo sito, mi sono soffermato a ragionare sui concetti espressi da uno dei più famosi Social Influencer italiani e da subito una vocina dentro di me ha incominciato a insidiarsi, guidandomi nel riflettere sulle affermazioni presenti nel post.
Questa vocina sussurrava: "mancano alcuni punti davvero importanti", oppure, "no no, su questo devi dissentire!".
Ma io, devo ammettere, stoicamente e a costo di enormi sacrifici ho tentato di ribellarmi, lo giuro!
Fino ad ora ho provato a fare finta di niente, ma non posso più resistere, la "tarlocina" (la tarlocina è la sindrome da tarlo delle vocine interiori, n.d.r) mi ha totalmente corrotto, per cui scusami sinceramente Rudy, ma vado a scrivere cosa ha detto quel maledetto sussurro dentro di me in questo articolo.
Responsabilità
Rudy porta alcuni esempi che rendono, parole sue, farraginoso mantenere un blog (la normativa sui cookie, video embeddati protetti da copyright e concorsi privi di autorizzazione ministeriale) e su questo come non essere d'accordo?
Va detto però che un contenuto pubblicato su un blog nello stesso tempo ha alcuni benefici, primi fra tutti la moderazione dei commenti e delle interazioni degli utenti (da fare con estrema attenzione, la censura NON PAGA!). Su un blog nel caso arrivi una tizia qualunque a sfornare la Kikka del giorno, scrivendo nei commenti insulti e paragoni al rigurgito, magari a seguito di alcune giornate #MAGNIFICHE, con un delete ti sarai tolto il pensiero, senza doverti disturbare a rispondere. Tempo risparmiato per andar a prendere uno spritz.
Social volant, blog manent
Lo diceva, oltre mille anni fa, Caio Tito in un discorso al Senato Romano: sui social i contenuti presenti sono solo quelli istantanei. O forse non era proprio il signor Tito a dire così, ma del resto non son mai stato troppo forte in storia.
Questo perché purtroppo (o per fortuna) i social più utilizzati in Italia (Facebook e Twitter) non danno modo di mantenere i contenuti organizzati in menù, per rapide consultazioni.
E' vero possiamo fissare qualche post in cima agli altri, ma non oltre un certo numero! E in più siamo limitati nelle dimensioni e/o nella formattazione dei nostri testi.
Possiamo, su Facebook, scrivere un enorme pippone, ma la formattazione del testo stile "Muro da Caserma" non agevola la lettura.
Ma a parte questioni stilistiche o di dimensioni il problema rimane la volatilità dei contenuti sui social, a parer mio il più grande limite degli strumenti di condivisione sociale.
In un libro letto decenni fa mi ricordo c'era scritto: "La storia è scritta dai contenuti da quelli che restano".
[bctt tweet="#Social volant, #blog manent: la storia è scritta dai contenuti che restano"]
L'eterna ricerca (dei contenuti)
In un articolo sull'Espresso di qualche anno fa venivano analizzate le nuove generazioni raccontando di come abbiano problemi di memoria rispetto a quelle passate. Con Google, l'interprete/traduttore di Internet, che sforna qualunque informazione con una breve ricerca, a che serve ricordarsi le date o i fatti essenziali a memoria?
Ma cosa potrebbe succedere a questa nuova e smemorata generazione se ad un tratto le ricerche non portassero più ad alcun risultato? Mi immagino già il frustrato ragazzino scrollare all'infinito la dashboard della pagina Facebook dove si ricordava di aver letto l'informazione che lo interessava.
Visibilità e... contenuto
Rudy ci dice come, sacrosanta e attuale verità, sia difficile emergere nel mare dei contenuti della rete. Il rimanere nascosti pregiudica così Visibilità e a seguire Traffico.
Ora, portiamo però due esempi di blog:
- Il Blog Privato, di quelli con le ricette, le recensioni di makeup o videogiochi. Che viene scritto per guadagnarci qualcosina con affiliazioni e advertising. Sui social, escludendo youtube che è praticamente una piattaforma di bloggin video, ad ora non si può ancora monetizzare il proprio operato. O meglio i nostri contenuti sono utilizzati dal Social, che in cambio della gratuità del servizio, ci lucra sopra.
- Il Blog Aziendale, che serve a vendere un prodotto e un servizio e che richiede quindi un form di contatto, che non vuole pubblicità di competitor di mezzo o distrazioni di sorta, che mira a far effettuare quella maledetta conversione all'utente prima di fargli abbandonare il blog/sito.
In entrambi i casi, è chiaro che possiamo utilizzare i social per dare visibilità ai nostri contenuti e generare traffico verso il nostro sito internet, ma il fine, diciamocelo, è solo quello di portare l'utenza sul nostro terreno, per fargli compiere azioni per cui abbiamo investito tempo e energie.
Per la visibilità le strade sono poche, è vero ci sono più possibilità sugli "Amplificatori Sociali" di diffondere il nostro messaggio, ma l'importante rimane sempre e solo un sostantivo femminile: Qualità.
Se produciamo qualcosa di interessante avremo sicuramente più possibilità di catturare utenza, poi se lo pubblichiamo sui social utilizzandoli come megafono vedremo sicuramente aumentare la sua diffusione. Ma se produciamo materiale nella norma o peggio ancora scarso sicuramente vedremo, nel migliore dei casi, il nostro messaggio passare inosservato.
Insomma... un megafono è inutile se prova ad amplificare il silenzio, quello che al massimo esce fuori è un semplice brusio che disturba l'udito.
[bctt tweet="I #social sono amplificatori di contenuti. Ma... un megafono è inutile se amplifica il silenzio"]
Conclusioni?
A mio parere blog e social network non sono in competizione tra loro, ma sono due entità complementari, senza il primo non ha senso che esista il secondo, pur se il Mark Zuckerberg di turno proverà a far diventare il proprio Social Network un "Internet Parallelo" in cui far navigare gli utenti senza mai uscire a dare una sbirciatina nell'Internet che tutti noi conosciamo.
[bctt tweet="#Blog e social network non sono in competizione fra loro, ma sono due entità complementari!"]
P.S. Rudy sappi che sono arrivato al tuo articolo non grazie ai social, ma grazie all'analisi dei referral degli accessi a questo sito, che ho effettuato in maniera sbrigativa mentre visitavo il museo del SEO in compagnia di un piccione ;P E a questo proposito grazie per il link al nostro articolo a tema con i cookie, che ti rendo in questa pagina![/vc_column_text][vc_video link=""][/vc_column][/vc_row]
pino
Nato con la passione per l'informatica da mamma Access e papà ASP nel 2002 rinnego repentinamente la mia paternità facendomi adottare da papà PHP e mamma SQL.
Allevo HTML e correlati fiori in CSS mentre vedo i frutti del mio orticello SEO crescere grazie alla passione e alla dedizione della coltura biodinamica; perchè il biologico è fin troppo artificiale.
Realizzo siti internet a tempo pieno, nei restanti momenti mi occupo di redigere articoli per questo sito e saltuariamente far esperimento nel mare che è internet.