8/01/2016 Web Reputation 1 6404
Truffa SEO: 3 anni di reclusione per estorsione

L’attività di posizionamento di siti internet è ancora una professione non perfettamente riconosciuta e per questo le leggi che regolamentano questo lavoro non sono ancora a livello con l’operato dei  SEO presenti sulla rete.

La notizia pubblicata da Search Engine Land, che riprende una sentenza del tribunale del Texas relativa a una truffa condotta da un SEO ai danni di un’azienda, è una delle prime news che potrebbe venire usata in futuro, nel caso di situazioni simili, come precedente per i tribunali che si troveranno ad affrontare casi simili.

[bctt tweet="Una truffa #SEO in Texas non paga: 3 anni di reclusione e 174888$ di rimborso per il consulente"]

La notizia relativa a questa estorsione SEO

John Parker, rappresentante legale del distretto settentrionale del Texas ha fatto sapere che un SEO, dal nome William Stanley, a seguito di estorsione nei confronti di individui e aziende, effettuata mediante la minaccia di ritrovarsi con commenti falsi e recensioni negative sul web se non a seguito del pagamento di determinate somme di denaro, è stato identificato, processato e costretto restituire oltre 174000 dollari ad una dozzina delle sue vittime e a scontare più di tre anni di permanenza in un carcere federale.

Il documento, rilasciato da John Parker, effettua poi una netta distinzione tra i professionisti e i “criminali del web”, dividendo da una parte i buoni, che ottimizzano un sito web per i motori di ricerca in relazione a determinate parole chiave, da chi compie delle vere e proprie truffe SEO , mediante tattiche ingannevoli per influenzare il posizionamento di un sito internet, ottenendo risultati ingannevoli mediante la realizzazione di recensioni fraudolente, utilizzando tecniche di Blach Hat SEO come creare testo nascosto su siti web e creando e posizionando siti web finti al fine di danneggiare la reputazione.

La truffa SEO in breve

Vediamo insieme questa truffa SEO riassunta in breve.

Nel 2009 GE entra in contatto con Stanley per la realizzazione di attività a livello SEO e nel contempo amministrazione della propria reputazione in rete. A seguito di alcune azioni non concordate in fase contrattuale ad opera di Stanley, GE cessa la collaborazione con il SEO. Quest’ultimo però realizza dei siti web con la capacità di danneggiare GE, associando l’operato dell’azienda ad una truffa, chiedendo il pagamento di una somma di denaro supplementare per chiudere il contratto e cedere i siti e la relativa gestione a GE.

Ge cede alle richieste di Stanley, pagando da fine novembre 2010 a gennaio 2011 una somma di 80000$ per porre fine al rapporto lavorativo in diverse tranches.

L’azione di Stanley, per effettuare attività di bad reputation nei confronti di GE e spingerla a versare una sorta di “pizzo” è stata quella di inviare dei finti messaggi ad opera di account finti e artificiosi creati appositamente da paesi stranieri, mediante comunicazione via e-mail e telefoniche con la minaccia di pubblicare commenti denigratori su Internet minando la reputazione di GE.

Secondo l’indagine del tribunale del Texas Stanley, oltre a GE, sembrerebbe aver preso di mira un totale di circa 40/45 vittime oltre a GE.

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pino

Nato con la passione per l'informatica da mamma Access e papà ASP nel 2002 rinnego repentinamente la mia paternità facendomi adottare da papà PHP e mamma SQL.
Allevo HTML e correlati fiori in CSS mentre vedo i frutti del mio orticello SEO crescere grazie alla passione e alla dedizione della coltura biodinamica; perchè il biologico è fin troppo artificiale.
Realizzo siti internet a tempo pieno, nei restanti momenti mi occupo di redigere articoli per questo sito e saltuariamente far esperimento nel mare che è internet.

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Commenti
Rispondi 31-01-2016 18:43
francesca
Mai fidarsi di falsi SEO, bisogna sempre accertarsi prima, documentarsi e vedere si hanno referenze e via dicendo.
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