Lunedì scorso Google ha annunciato tramite un post sul blog ufficiale Webmaster Central Blog che i proprietari che ospitano link di affiliazione nei propri siti devono prestare particolare attenzione alla valorizzazione dei propri contenuti. Pena? La rimozione dall'indice di Google, ossia l'oblio dal mondo di Internet.
L'argomentazione dei responsabili di Google è questa: i siti che ospitano link finalizzati a vendere prodotti o servizi in affiliazioni devono avere dei contenuti che esprimano un giudizio sul prodotto e non limitarsi ad una mera vetrina. Se i contenuti sponsorizzati sono inseriti in un contesto (favorevole o critico) tale da generare un interesse da parte dell'utente e un eventuale dibattito allora sono degni di essere indicizzati da Google, altrimenti meglio evitare.
Si tratta di un annuncio da non prendere sotto gamba: il mercato delle affiliazioni è molto diffuso e ha contribuito a generare aziende dal fatturato milionario come Tradedoubler o Zanox che lavorano da più di un decennio grazie a centinaia di migliaia di blogger di tutto il mondo che guadagnano per ogni sale o lead. Questo mercato, inoltre, è affollatissimo anche dal punto di vista delle aziende che si contendono i clienti: colossi come Amazon e Groupon partecipano o hanno sviluppato autonomamente programmi di affiliazione.
Da oggi il dilemma del blogger diventa: posso concedermi uno o più banner in home page che generano affiliazioni o verro penalizzato? Google sembra dare una risposta in questo senso: meglio pubblicizzare nei post piuttosto che fare del proprio sito una vetrina di annunci: per quello ci sono programmi di advertising come Adsense...
Vedremo come si evolverà la situazione e se qualche sito verrà davvero penalizzato da Big G.