Nel realizzare un articolo sull'ultimo aggiornamento di Google per l'algoritmo di lettura delle immagini su web mi sono reso conto di un caso particolare di risultato sulla SERP internazionale.
Il blog del The Wall Street Journal mostra un contenuto diverso nel caso l'utenza arrivi dalla Search di Google o dai Social rispetto a quando arriva da un referral diverso, come ad esempio un sito web.
La differenza sta nel fatto che quando l'utenza atterra sulla pagina a seguito di ricerca su Search Engine gli viene mostrato tutto il contenuto, mentre quando arriva da un link presente su un sito web gli viene mostrato parte del contenuto e un messaggio che spiega come sia necessario registrarsi o abbonarsi per poter leggere l'intero articolo.
Per comprendere meglio vi mostro i due link:
- l'articolo, con referral Google (ho copiato l'URL, che vedete nell'esempio poco sopra, direttamente da Google);
- l'articolo, con referral questo sito (link diretto al contenuto);
Contenuto cloacking? No, stesso contenuto ma limitato
Il cloacking è una tecnica di spam che consiste nel mostrare, su una pagina web, del contenuto diverso in funzione dell'utenza. In genere si mostra al motore di ricerca del contenuto ottimizzato per il posizionamento e all'utenza testo/immagini diversi.
Nel caso trattato in questo artiolo in realtà non si mostra contenuto diverso, ma limitato in funzione della provenienza.
Perché mostrare contenuto diverso all'utenza
Premessa: il The Wall Street Journal, a seguito di questo metodo, mi fa comprendere che ha dei SEO davvero bravi e competenti che lo seguono!
Il blog della nota testata giornalistica è una estensione del giornale cartaceo, che per monetizzare il proprio operato ha due metodi:
- l'advertising sulle proprie pagine;
- i contenuti a pagamento;
Il quotidiano quindi poteva fare come molti altri giornali e mostrare una parte dei propri contenuti solamente previa registrazione e/o sottoscrizione di abbonamento. In questo caso però la SEO globale del sito sarebbe venuta decisamente a mancare: limitare la scansione di buona parte dei contenuti a tutti, compresi i search engine, avrebbe bloccato il posizionamento in SERP per un elevato numero di parole chiave, abbassando il numero di potenziali utenti propensi a leggere i contenuti del quotidiano online (meno visitatori atterrano sulle pagine del sito, meno potenziali fruitori degli articoli proposti vi sono).
In questa maniera al contrario si salvano capra e cavoli, l'utenza a seguito di ricerca di un determinato argomento su search engine potrà leggere l'intero contenuto (monetizzato dall'advertising presente sulle pagine) constatando la qualità degli articoli proposti, per poi, nel caso incuriosito e a seguito di click su articoli correlati, effettuare la registrazione lasciando il proprio lead.
Dopo aver acquisito diversi contantti in questa maniera vien facile per la testata proporre piani di abbonamento per poter leggere contenuti esclusivi ad un target di utenti altamente profilato.
La condivisione sui social network
Lo stesso discorso vale per la condivisione sui Social Network. Come potete vedere se cliccate sull'articolo condiviso su Facebook che vedete qui sotto