Ottimizzazione SEO E-commerce Shopify: un caso studio
Sommario
Per creare un e-commerce ad oggi esistono varie tipologie di software:
- sviluppo di software custom
- utilizzo di un CMS (Content Management System), come Woocommerce, Prestashop o Magento
- utilizzo di un sistema SaaS (Software-as-a-service) come ad esempio Shopify.
Fino a qualche anno fa di mio vi avrei consigliato di valutare solo i primi due punti della mia lista, ma da qualche anno a questa parte Shopify inizia ad essere una ottima alternativa e, dopo averci messo le mani nel profondo, posso garantire che anche dal punto di vista SEO sia un ottimo strumento che permette di posizionare molto bene le query di proprio interesse.
Vi porto a seguire un caso studio reale ma prima è necessario un capire cos'è e cosa si può fare con Shopify, software che non è per tutti ma, come dicono i migliori SEO, dipende.
Cos'è Shopify
Shopify è un software proprietario di cui si possono noleggiare i servizi e gli eventuali add-on per estenderne le funzionalità.
Come per Wix (pessimo per la SEO), il Website Builder GoDaddy (per la SEO ancora più pessimo) nasce per sviluppare siti web ma nel dettaglio si focalizza sulla realizzazione di e-commerce.
Si paga un piano base, di vari livelli di prezzo e poi una commissione per ogni vendita, in funzione del piano a cui si aderisce. Il piano base ha un costo diverso se il pagamento è mensile o annuale.
Per estenderne le funzionalità si possono aggiungere delle app che hanno delle modalità di vendita differenti fra loro: costo una tantum, costo al mese, costo al mese in funzione del livello di utilizzo, etc.
Si possono scegliere diversi temi grafici e con competenze di markup e di programmazione si possono editare in maniera molto profonda.
Tutto il materiale caricato non risiederà su un server proprietario ma sui server di Shopify, garantendo prestazioni decisamente accettabili ma con tutti i problemi del caso, primo fra tutti che il materiale non sarà su un server condiviso ma di terzi.
Le app permettono di automatizzare quasi tutti i processi comuni e legati al mondo del commercio elettronico ma nei casi più particolari diventa impossibile utilizzare questo servizio per sviluppare il proprio negozio, vedi ad esempio una personalizzazione estrema delle variazioni prodotto come ad esempio il caso di una tipografia online.
Al proprio store possiamo associare un dominio personalizzato e conseguentemente costruire un Brand.
Complessivamente risulta così molto indicato per una azienda piccola, che non ha necessità di investire parecchio sul commercio elettronico o per chi vuole lanciare un progetto demo e capire se vi sono le potenzialità per poi eventualmente spostarsi su sistemi proprietari.
Come ottimizzare la SEO di Shopify
La base del lavoro del consulente SEO, per un e-commerce su Shopify con obiettivo di posizionamento organico su Google, è di base l'attività classica che va condotta per tutti i siti:
- query research
- selezione di un tema con markup abbastanza ottimizzato
- ottimizzazione della struttura e dei contenuti sulla base della query research
- aggiunta di un sistema per gestire i metatag (title, description, robots e canonical) e la sitemap, che nel caso di Shopify vuol dire aggiungere una App
- lavorare di link building
Comprenderete quindi che Shopify risulta in realtà uno strumento ostico e di scarsa gestione solo per il SEO che:
- non riesce a leggere il markup HTML (che per quanto mi riguarda dovrebbe essere la prima lingua di un SEO);
- non ha ancora un metodo organizzato;
- vuole a un software che gli dica cosa fare e gli giudichi il lavoro a colpi di semaforo.
Il caso studio SEO nel dettaglio
La cliente mi ha contattato perché il traffico organico sul suo Shopify si era praticamente azzerato e doveva ricorrere solamente ai circuiti di ADV per portare clienti in target.
L'obiettivo che mi era stato dato era quello di almeno recuperare gli accessi di un tempo. Come vedremo in realtà è andata particolarmente meglio.
Attenzione! Non vi andrò proprio a dire tutto tutto di quanto fatto, ma giusto a grandi linee i passi seguiti.
Situazione di partenza a seguito di Audit SEO
Al momento del primo contatto il sito era, come lo è attualmente, su piattaforma Shopify. Il tema in uso a seguito di analisi è risultato abbastanza pulito a livello di markup e per questo lo sono andato a mantenere.
La cliente lamentava che, dopo aver migrato il sito da Magento, pian piano gli ordini da ricerca organica si erano andati quasi ad azzerare. Come categoria merceologica parliamo di prodotti legati all'arredamento per uffici, centri benessere e medici. Complessivamente pur se alcune categorie presentano grossa competitività, generalmente sono abbastanza particolari e non trattati da Amazon. Una verticale poi, generalmente sfruttata da siti affiliate, ha subito un grosso boost a seguito dell'ultimo update che li ha penalizzati, in favore dei siti che effettivamente vendono il prodotto e non soltanto sviluppano una recensione.
Prima di effettuare l'analisi, dopo aver definito gli obiettivi e realizzato una query research introduttivo ho installato Google Tag Manager, poi all'interno Google Analytics 4 più qualche altro software di tracking (software per heatmap, registrazione utente e un sw per l'analisi dei passaggi del crawler di google). Una volta raccolti i dati ho poi condotto un Audit SEO non pienamente completo. In particolare non sono andato a effettuare tutte quelle analisi tecniche legate all'hosting e al motore di renderizzazione del sito, dato che non si ha la possibilità di intervenire a causa del suo essere un sistema SaaS. Una volta completa però diciamo che quasi il 95% delle analisi, sul totale di circa 130 esami son riuscito ad effettuarle.
In sintesi le cose che ho riscontrato erano:
- migrazione errata senza redirect dei vecchi URL, in alcuni dei casi con link in ingresso
- nella migrazione è cambiata la struttura del sito e la categorizzazione dei prodotti senza studio preventivo
- mancato redirect dei precedenti 404 a causa di eliminazione categorie merceologiche dei prodotti
- struttura tassonomica del sito non organizzata e markup irrispettoso delle gerarchie di contenuto
- scarsa gestione dei contenuti (intesi come pagine prodotto)
- nessun metodo di tracciamento utente e inutilizzo di Search Console
- gestione errata delle categorie
- Nessun uso dei tag meta
- Nessun uso dei dati strutturati
- Scarsi ed errati segnali esterni
In sintesi: a parte una migrazione errata tutto il resto non andava bene.
La situazione migliore per il consulente SEO che, se fa le cose per bene, vedrà crescere il progetto.
Step 3
Metodo di lavoro SEO
Questa attività fa parte della mia organizzazione del lavoro come consulente SEO
Attività di ottimizzazione SEO eseguite
Dopo aver condotto una query research completa la sono andato a dividere in cluster di topic. Che in sintesi vuol dire dividere gli argomenti in gruppi e di mio uso un sistema di mappe mentali. Prima generale, poi a livello di organizzazione logica del sito ed infine nei vari menù di navigazione.
Ho poi studiato e sottoposto al cliente la nuova organizzazione tassonomica dei prodotti e preparato il piano redazionale per le categorie, dato che in questo caso voleva esser il cliente a produrre i contenuti. Come mio solito gli ho quindi fornito linee guida per la loro produzione, oltre alla struttura di ognuno di loro. Dopo approvazione ho riportato la nuova organizzazione tassonomica dei prodotti in produzione.
Mentre il cliente preparava il materiale contenutistico ho iniziato a sviluppare i vari wireframe dei vari modelli di pagina con un occhio di riguardo all'homepage, alla pagina di categoria (che categoria non è ma lo vedremo dopo) e nel prodotto esploso. Ho poi definito il markup HTML e, a seguire, ho riportato tutto in produzione.
Ho quindi realizzato tutti i redirect, recuperando i vecchi URL con vari incroci di dati tra Search Console, Web Archive e Analitycs, riportando il tutto su Google Sheet per poter usare la cara funzione rimuovi duplicati. Purtroppo non essendo su server condiviso non ho potuto automatizzare la generazione della lista di redirect con Sheet e la cara funzione CONCATENATE ma ho dovuto usare una app apposita, che per fortuna offre la possibilità di realizzare patterns, cosa molto simile ai Redirect Regex su htaccess nel caso di server Apache.
Una volta pronti i contenuti e riportati in produzione ho effettuato una suppletiva internal link (nella descrizione prodotti) e a seguire ho effettuato nuova e parziale Audit per controllare eventuali errori.
Da li in poi ho pianificato una blanda link building sull'anno a venire.
Ottimizzazione SEO per Shopify nel dettaglio
Se siete arrivati fin qui vi sarete resi conto che tutto quanto descritto in realtà è abbastanza un metodo di lavoro generale per l'ottimizzazione SEO di qualunque ecommerce. Vediamo quindi in dettaglio alcuni aspetti relativi proprio a Shopify.
Gestione dei redirect
Per effettuare i redirect è necessario aggiungere una app aggiuntiva. Ve ne sono parecchie e di mio mi sono trovato bene con SC Simple Redirect, che permette di realizzare singoli redirect o gestirli in pattern, quando possibile.
Gestione delle immagini
Shopify ha fatto passi da gigante nella gestione delle immagini e nella loro conseguente ottimizzazione SEO ed ora non le rinomina più a caso, le comprime in maniera interessante, le serve via CDN sotto al dominio. Quindi è buona cosa ottimizzarle nel filename e comunque comprimerle il più possibile prima di caricarle.
Gestione tassonomica
Shopify permette diverse tipologie di suddivisone tassonomica dei prodotti:
- Categorie - predefinite da Shopify
- Tipi di prodotto - da usare in teoria come categorie personalizzate
- Venditore
- Collezione
- Tags
Il cliente, purtroppo per me, aveva però usato le collezioni come categorie personalizzate, tarandoci poi sopra il suo gestionale interno, che amministra anche il magazzino del punto vendita fisico.
Mi sono così dovuto adattare ma ammetto che su questo sarebbe stato meglio modificare tutti i prodotti in quella fase, a dispetto della mole di lavoro aggiuntivo a livello di db entry e modifica del collegamento del software di gestione delle scorte dei prodotti.
Ottimizzazione del markup, di blocchi di correlazione e dello script di Google Tag Manager
Da questo punto di vista Shopify mi ha stupito. Offre agli sviluppatori la possibilità di editare il layout in maniera massiva.
Con estrema facilità ho piazzato lo script di Google Tag Manager (Online Store > Themes > tre pallini > Edit Code > theme.liquid)
Il markup si ottimizza poi lavorando sugli altri file .liquid mentre il contenuto di alcuni moduli dinamici si modifica con i .json
Globalmente Shopify presenta un suo codice che ha strutture logiche identiche agli altri linguaggi e offre una piena customizzazione con un editor integrato che, nel caso, rimanda con facilità alla documentazione.
Risulta così estremamente facile estendere le funzionalità delle varie sezioni del sito, se non sono già presenti nel suo editor a blocchi, modificando i vari file .liquid se necessario.
Ottimizzazione e gestione dei tag meta e title
Per la gestione dei tag title, meta description, meta canonical e meta robots è necessario aggiungere una app aggiuntiva.
Ne ho provate alcune e alla fine ho utilizzato la versione di Yoast SEO per Shopify, pur se il software di Joost de Valk avendomi fatto uno scherzetto su Wordpress mi ha fatto migrare in quasi tutti i siti che gestisco su Rank Math.
A dispetto della versione di Wordpress in questo caso parliamo di un software meno sviluppato ma che comunque ha tutte le funzionalità necessarie a gestire al meglio i tag meta
Step 4
Metodo di lavoro SEO
Questa attività fa parte della mia organizzazione del lavoro come consulente SEO
Risultati ottenuti
Vediamo insieme alcuni dei risultati ottenuti. Per tutelare i dati della cliente vi passo uno screen dell'andamento dominio di Seozoom, che è alla portata di tutti. Aggiungo poi che non potrei avere dati più precisi del passato perché:
- Universal Analytics non tiene i dati archiviati negli anni precedenti
- Nel frattempo vi è stato passaggio a Google Analytics 4
Come si può vedere l'andamento nei primi anni, fino a che il sito era su piattaforma Magento, è stato di crescita nei primi tempi e poi pian piano a scendere. Una volta migrato a Shopify in maniera non corretta il sito è pian piano sceso fino ad avere un traffico organico praticamente azzerato.
Dopo aver preso il sito in gestione (i primi interventi sono stati effettuati da gennaio 2023) vediamo che pian piano ha recuperato il traffico precedente, per poi acquisire posizioni per query ad alto volume, riconoscibili dai picchi in crescita/decrescita del grafico. A seguire, ad inizio 2024 la crescita è continuata in maniera meno accentuata.
Se andiamo ad investigare su Google Search Console ci troviamo così, nel periodo tra i primi di febbraio e la fine di aprile, anno su anno, questa differenza di dati:
Come si vede i click sono quasi raddoppiati come le impressioni, questo perché parecchie query sono entrate in indice e si sono posizionate molto bene. Chiaramente il CTR è andato a diminuire per colpa dell'aumento delle query posizionate.
Le query posizionate vediamo poi che sono tutte strettamente in topic e di carattere transazionale e non informativo.
Conseguentemente il traffico organico risulta decisamente in crescita, anno su anno, con una bella flessione del quasi 100% di utenti in più.
In sintesi però la vera domanda che bisogna porsi è quanto è vi è stato un incremento di fatturato? Su questo posso sbottonarmi di meno ma solo che nel 2023 e solo di organico, la cliente ha fatturato più di 14 volte di quello che ha speso per ottimizzare quel canale di acquisizione utenti.
Quest'anno immagino sarà molto di più, dato che il grosso del lavoro è stato fatto.
E qui concludo la disanima di questo progetto, lasciando spazio nei commenti per eventuali approfondimenti sull'ottimizzazione SEO di Shopify. A voi la parola.
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